venerdì 3 ottobre 2008

La scuola diventa digitale

Fabio Perugia
f.perugia@iltempo.it
Ad ascoltare le primissime parole («Mamma mia che giornata oggi») si poteva attendere un Berlusconi atterrito. L'impressione dura un attimo. Il tempo di accendere i riflettori sui giovani e i microfoni del premier, che s'illumina illustrando assieme al ministro Mariastella Gelmini la nuova era dell'istruzione digitale.


I dati parlano. Solo il 20 per cento degli italiani ha gli strumenti minimi di lettura, scrittura, calcolo. Il 38% dei quindicenni non raggiunge il livello di competenza minimo. Nonostante siamo tra i primi Paesi in Europa alla voce «spese per gli studenti» (5.170 euro ad alunno). «Da questi dati abbiamo capito che la scuola è stata usata per troppo tempo come ammortizzatore sociale», sia per i ragazzi che per i professori, spiega Berlusconi. Si spende troppo: 39 miliardi per la scuola ogni anni; gli insegnanti non guadagnano bene. Allora «via alla scuola digitale. È l'inizio di un cambiamento - annuncia il Cavaliere - che marcerà a tappe forzate».
Berlusconi, prima di lasciare alla Gelmini il compito di illustrare il progetto (operativo già dal 2008), difende il ministro dell'Istruzione troppo spesso attaccato per il suo decreto. E rassicura: «L'insegnante unico verrà affiancato da quello d'educazione fisica e di inglese». Il voto in condotta «verrà utilizzato con «buon senso dai professori». Poi interroga Renato Brunetta (anch'egli presente a Palazzo Chigi, avendo contributo alla realizzazione del progetto scuola digitale): «Tu quanto avevi in condotta?». «Dieci», gli fa il titolare della Pa. «Beh, io dieci e lode. Sono più bravo di te, ti frego sempre», ribatte il premier che durante tutta la conferenza stampa di Palazzo Chigi ha regalato ai presenti più di uno show. Infine, gli 87000 professori che dovrebbero essere cacciati, secondo l'opposizione, «saranno mandati via in 3 anni per pensionamento o per effetto del turn-over». Insomma, Berlusconi difende Gelmini a 360 gradi.
Quindi il progetto sulla scuola. Quello della «bimba», come chiama Brunetta la Gelmini. Le iniziative sono quattro. «InnovaScuola» darà la possibilità di sviluppare contenuti didattici, acquistarli in Rete e usare strumenti come blog, wiki e videoconferenze. Come? Grazie a una lavagna digitale e touch screen dal valore di 2000 euro che, collegata a un pc, renderà le lezioni in classe interattive. Sarà inoltre possibile registrarle con il commento dell'insegnante e ristudiarle, per esempio, a casa. Il costo delle 10000 lavagne che verranno distribuite è di 20 milioni di euro. Ne usufruiranno 4.180 scuole entro il 2009 (1.180 nel 2008).
«Scuola-famiglia» è invece il nuovo servizio in Rete per le famiglie, che potranno controllare on-line il registro di classe, le presenze, prenotare colloqui e vedere il fascicolo degli alunni. Un servizio che nel 2009 sarà attivo in 40 scuole su 100. Verrà poi istituita «L'anagrafe scolastica nazionale», per monitorare i temi della frequenza e dell'abbandono, del rendimento e della mobilità tra i vari istituti (servizio attivo in 5 provincie nel 2009). Infine la «Rete delle scuole» metterà in collegamento, entro il 2009, tutte le sedi scolastiche principali. Come spiega Berlusconi, il «governo non ha proprio voglia di galleggiare. Voglio cambiare il Paese, o vado a casa».

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